Il discorso di Mattarella alla platea di UniTe. Cita Ovidio, elogia D'Amico e 'sente' il coinvolgimento "di un ateneo europeo e inclusivo"

TERAMO – Cita il poeta abruzzese Ovidio, sottolinea il rapporto tra Università e Società, e fa suo il concetto espresso dal rettore emerito Luciano D’Amico sull’insegnamento di Coluccio Salutati a ‘non chiudersi nella solitudine propria’, il presidente Sergio Mattarella nel suo intervento all’inaugurazione dell’anno accademico dell’università di Teramo. Il Capo dello Stato raccoglie le sollecitazioni degli interventi dei relatori e ne rimarca la capacità di rendere il quadro di un Ateneo, quello di Teramo, "quale comunità aperta e inclusiva, di ideali e valori" e dove la "passione civile, ricordata con l’esempio di Antonio Megalizzi", è elemento "indispensabile perchè tutto questo emerga". Mattarella ha ringraziato l’attuale rettore, Dino Mastrocola, e l’emerito Luciano D’Amico, per aver offerto, il primo, "un quadro coinvolgente di questo ateneo sotto l’aspetto dell’attitudine alla collaborazione internazionale, con il riferimento alla cultura come elemento essenziale della democrazia, in una università dove hanno importanza la solidarietà e il ruolo degli studenti". Ha poi fatto propria l’esperienza raccontata da Marina Ramal Sanchez, premio di Dottorato intitolato a Giulio Regeni, "che ha fatto un complimento all’ateneo, dicendo di trovarsi in un ambiente aperto europeo e richiamato il valore della ricerca: essa registra nomenti di delusione, spesso di scoramento, ma vede anche risultati che rimangono perenni. D’altronde – ha aggiunto Mattarella – un abruzzese di molto tempo fa, Ovidio, se non ricordao male disse o scrisse che ‘nulla ha valore se privo di difficoltà’. E Ovidio ne ha avute di difficoltà nella vita". Tutto questo per il presidente dell Repubblica, "sottolinea come sia percepita in questa comunità, l’esigenza del rapporto tra università e società in cui essa è inserita, non ultima l’importanza del rapporto con la società anche su sfide ancora aperte negli ambiti per le pari opportunità".

Si lega molto alla prolusione del rettore emerito Luciano D’Amico, la riflessione conclusiva del Capo dello Stato. Lo ringrazia per la citazione di Coluccio Salutati, "particolarmente preziosa di ‘non chiudersi, non rifugiarsi nella solitudine propria’, che è messaggio ad evitare chiusura nei confini personali, locali, nazionali, culturali, che è citazione preziosa nel momento che attraversiamo in tutta la comunità internazionale". Ma anche alla necessità, da parte dell’economia, di recuperare il rapporto con l’etica. L’occasione è offeerta ancora dalla prolusione di Luciano D’Amico: "Partendo dall’alternativa tra Antonio Genovesi ed Adam Smith, tra economia civile ed economia politica, per lunga, lunghissima stagione questa via via ha perduto sovente il rapporto con l’etica, per tutti l’economia politica; la condizione che abbiamo visto, contrassegnata dal primato della redditività, viviamo una logica relazionista, che pensa soltanto al profitto o generalmente, con qualche eccezione pensa solo al profitto; cui si è aggiunta la logica del manager, che pensa al successo professionale, anche in competizione con gli altri manager. Quello che ha detto il professor D’Amico ci ha mostrato cos’è il progresso e la nuova posizione che si sta realizzando a imporre un nuovo recupero di umanità e di rapporto con l’etica nell’economia. E ascoltare che questo recupero è frutto dei tempi che si annunciano è confortante e ci permette di guardare al futuro con fiducia, come ha detto il dottor Sergio Pipitone, ‘questo ateneo può guardare fiducioso al futuro’ e questo è anche il mio augurio che vi rivolgo".